GONG a STEVE HILLAGE BAND a Milano - 23 Ottobre 2009 - Teatro Dal Verme

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netnetit
view post Posted on 26/10/2009, 21:36




GONG e STEVE HILLAGE BAND a Milano
23 Ottobre 2009 - Teatro Dal Verme

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Venerdì 23 Ottobre uno dei gruppi più longevi della storia del rock - quest'anno i Gong di Daevid Allen festeggiano il loro 40° compleanno - si è esibito a Milano con una formazione rinnovata preceduto dal set della "Steve Hillage Band", quattro membri dei Gong guidati dal leggendario chitarrista Steve Hillage. Nonostante il quarantennale i Gong sono quanto di più lontano dalla nostalgia e dal "come eravamo"...

Il giorno prima il debutto a Bologna del nuovo tour che li porterà in Israele, Germania, Inghilterra e altre nazioni...

Arrivo verso le 19 al Teatro Dal Verme, uno storico teatro nel centro di Milano mentre allo stand del merchandise Jonny Greene, il motore della macchina organizzativa e talvolta produttore, sta discutendo con un piuttosto incazzato Steve Hillage...decido che non è il caso di avvicinarsi e dopo avere acquistato il biglietto mi presento a Jonny col quale la conoscenza è stata finora virtuale...un po' di chiacchiere di routine e scopro che il saxofonista e flautista Theo Travis non c'è ed è sostituito dallo sconosciuto Ian East.

Il pubblico comincia ad assembrarsi fuori dalle porte a vetri del teatro; qualcuno nota Daevid Allen sul marciapiede di fronte e si fionda verso di lui chiedendogli di firmare dei dischi (momento sbagliatissimo), lui a mani giunte in segno di ringraziamento e benedizione dice qualche parola e quindi con un amico entra nel ristorante di fronte al teatro.

Il Concerto:

Steve Hillage Band: Steve Hillage (chitarra), Miquette Giraudy (da sempre sua compagna anche nella vita), Dave Sturt (basso, con Gong e SHB dal 2008) e Chris Taylor (batteria, nei Gong dal 1999).....

Gong: i musicisti citati sopra + Daevid Allen (voce e chitarra), Gilli Smyth (Yoni, la "strega buona" classe 1933! - space whisper) e infine il nuovissimo Ian East al suo secondo concerto con i Gong...

A luci ancora accese parte la musica diffusa dal P.A. (a volume altissimo), sintetizzatori, voci "liquide" e chitarre effettatissime, insomma già si entra in un'atmosfera psichedelica mentre il pubblico continua ad affluire. A dispetto di quanto mi sarei aspettato il pubblico è tutto sommato piuttosto "straight" e a parte qualche sparuta eccezione non ci sono i soliti "fricchettoni" (e Gong è il gruppo considerato "hippie" per eccellenza), si vede anche un po' di gente della "Milano bene" che da l'impressione di essere venuta perchè questa band sta diventando "di tendenza"...

Steve Hillage intanto spia il pubblico dalla penombra tra il camerino e il palco...
è arrivato il momento...le luci si spengono e la Steve Hillage Band guadagna il palco tra gli applausi calorosi dei fans che aspettavano questo momento dal 1979, quando Hillage lasciò l'attività live per dedicarsi al lavoro di produttore (un nome su tutti i Simple Minds).

Il repertorio è tutto composto da brani che risalgono agli anni tra il 1975 e il 1978, non per amore di revival ma perchè da parecchi anni i nuovi lavori del duo Hillage-Giraudy (sotto il nome di System 7) sono dedicati ad un genere completamente diverso (ambient dance).

Si inizia con la strumentale "Octave Doctors" (il titolo è legato alla mitologia esoterica dei Gong, i "dottori dell'ottava" sono dei saggi che guidano benevolmente la band), il volume è altissimo, ma ci si fa presto l'abitudine...segue "Palm Trees" un bellissima ballad cantata con voce più intonata del solito da Hillage (nei concerti recenti a volte stonava notevolmente, probabilmente è un po' sordo). Annuncia "qualcosa di più veloce" e parte il synth con l'inconfondibile pattern ritmico di "Searching For The Spark" quando si aggiungono batteria e basso è un piacevole muro del suono giocato alternando battute in 8 e 10 ottavi...

Segue una versione ridotta della lunghissima "Aftaglid" dal suo primo album, "Hurdy Gurdy Man" l'inno hippie di Donovan, poi ancora "Salmon Song" e per finire "It's All Too Much" dei Beatles
che chiude la prima parte del concerto. Steve Hillage rimane il grande chitarrista che tanti hanno conosciuto negli anni '70, solo un po' di rimpianto per la brevità del set della band (50 minuti)....

Dopo un breve intervallo (diverse persone andate al bar o alle toilettes sicuramente si aspettavano un intervallo molto più lungo e si perdono l'inizio del set successivo) le luci calano nuovamente e parte il famoso collage introduttivo (questo è nuovo perchè comprende un accenno al nuovo album) accompagnato dalle proiezioni psichedeliche, vortici di luci stroboscopiche e i soliti folletti che viaggiano sulle teiere volanti).

Escono i Gong, Daevid Allen arriva camminando nel suo modo buffo, quasi al rallentatore con un cappello da mago; ad accoglierlo un'ovazione perchè si sta aspettando lui che in fondo "è i Gong". Il brano d'apertura "Escape Control Delete" è dal nuovo album, che presenta continui riferimenti alle tecnologie digitali, seguito da "You Can't Kill Me" , un vero inno per i fans. Quando il brano giunge alla fine il pubblico esplode in una vera e propria ovazione...
nel complesso il contributo al sax del nuovo aggiunto non sembra all'altezza dei fiatisti straordinari che lo hanno preceduto per decenni se non verso la fine del concerto, ma forse ha bisogno di un po' di tempo per sentirsi più a suo agio nel set, in fondo è al suo secondo concerto...

Allen è decisamente di buon umore, e arriva ad imitare il canguro della sua nativa Australia e a compiere un po' di giri in ginocchio attorno al sassofonista mentre sta suonando il suo assolo!

Ancora un nuovo brano "Digital Girl", preceduto dai complimenti di Allen per le donne italiane, ancora un classico "Zero The Hero", un lungo brano che termina in un fragoroso crescendo. Ancora un classico: "Dynamite / I Am Your Animal" un brano di Gilli Smyth sullo stupro in cui parla la voce animale della bestia. Questo è un tema molto caro a lei, al quale dedicò anche "The Rapist" ("Sono lo stupratore, ti ho seguito, ho dormito nel tuo letto, ho mangiato con te...anche la polizia ne ride, sono miei amici, ci sono dentro anche loro..stupide donne, è colpa vostra...". Dynamite è un vero assalto sonoro che finisce con la stessa coda di "Can't Kill Me".
La Smyth rimane quasi sempre ferma sul palco, d'altra parte ad una signora di 76 anni non si può chiedere molto di più, la sua inconfondibile voce però aggiunge un contributo irrinunciabile all'identità dei Gong.

Di nuovo un brano dall'ultimo album "2032", "Dance With The Pixies" un pezzo gioioso che sembra una filostrocca, inframezzato da un bellissimo motivo (forse tradizionale) di danza popolare irlandese. Ancora un brano nuovo "Wacky Baccy Banker", presentato da Allen parlando di Mr. Berlusconi, un uomo "molto rispettato in tutto il mondo"; inutile dire come la frase venga accolta da una fragorosa risata e da applausi; sullo schermo passano immagini relative a Moordock e crack finanziari. Il pezzo è decisamente rock, sembrerebbe forse più adatto al repertorio di Allen con i suoi University Of Errors piuttosto che ai Gong...ancora un classico "I Never Glid Before" che in origine era cantata in coppia da Hillage e Allen, ora il solo Allen si fa carico della voce solista... Ancora un nuovo brano "Portal"...poi senza la consueta pausa si passa alla famosissima sequenza "Flute Salad" (solo flauto del nuovo Ian East, molto bravo), "Oily Way" con il ritornello gridato dal solo pubblico, "Outer Temple" ed "inner Temple" con Allen alla chitarra glissando, suonata con una barretta metallica sfregata lungo il manico per ottenere dei suoni eterei (Questa tecnica che Allen vide messa in pratica da Syd Barrett dei Pink Floyd, a volte è stata paragonata ad un'orchestra di angeli!).
Dopo il poema "She Made The World" di Gilli Smyth, si arriva a "Master Builder", un crescendo che è sicuramente uno dei momenti di maggiore esaltazione del pubblico.
Ancora un brano nuovo, "Guitar Zero" (che però incorpora un pezzo da un brano inedito del 1972) il cui testo recita una sola frase: "Never fight another war" e a chiudere "Selene" inno alle magie della luna.
Il pubblico non vorrebbe lasciarli andare via...Daevid presenta i componenti dei Gong e saluta.
Parecchi tra presenti hanno sul viso il sorriso di chi sente di avere assistato ad una occasione speciale...
E' chiaro che seguira un bis...
"Siete ancora qui? Siete pazzi...come noi!"...il bis è la lunga "You Never Blow Yr Trip Forever" che termina con la tradizionale coda "You are I and I Am You" con Allen che passa il microfono ad un po' di spettatori.

Il solito rituale dell'incontro col gruppo nel backstage o addirittura sul palco non è possibile, sembra che il teatro abbia fretta di chiudere le porte e così avviene a breve...ai "fanatici" toccherà aspettare un'oretta per l'uscita della band da una porta laterale.

Daevid Allen acconsente a firmare autografi all'aperto per una ventina di persone, poco signorilmente tutti ignorano l'anziana Gilli Smyth tranne me un paio di altri fans e per ultimo esce Steve Hillage che firma autografi vicino al pullman che li porterà a Roma.

Il pianeta Gong intanto continua benevolmente a trasmettere le sue onde pacifiche, basta sintonizzarsi per poterle sentire.



 
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moonpaint
view post Posted on 28/10/2009, 00:28




Grazie mille per il bellissimo report! Ce ne fossero ancora di band attive capaci di dare tale adrenalina!
 
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1 replies since 26/10/2009, 21:36   67 views
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